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Descrizione

Comune montano, di origini medievali, con un’economia agricola. I rosetani, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate. L’abitato, che, con i resti del castello medievale, ricorda la funzione difensiva dell’insediamento, non fa registrare segni di espansione edilizia, conservando un aspetto rurale; immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, ha un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, su sfondo azzurro, un ramoscello di una pianta rosacea munita di cinque petali.

Storia

Citata come Rositum in un documento del XII secolo, deriva la prima parte del toponimo dal latino ROSETUM, ‘roseto’; la specificazione, aggiunta con un regio decreto del 1862, si riferisce all’ubicazione del borgo nell’omonima vallata. La mancanza di notizie certe non consente di ricostruire con esattezza il suo passato. Si sa che i bizantini ne fecero un luogo fortificato, con la costruzione di un castello, attorno al quale crebbe l’abitato, sviluppatosi ulteriormente sotto gli svevi e gli angioini, cui subentrarono gli aragonesi. La storia successiva ha seguito quella dei territori circostanti, assoggettati, dall’inizio del Cinquecento, agli spagnoli, agli Asburgo e ai Borboni che, tornati in possesso del regno delle due Sicilie, col congresso di Vienna, vi dominarono fino all’annessione all’Italia unita, nel 1861. Sotto il profilo architettonico si segnalano: la torre del castello medievale; alcuni palazzi gentilizi; un’antica fontana e la chiesa parrocchiale, la cui facciata è arricchita da un pregevole portale.

Economia

Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uve, olivo e frutta e integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola azienda che opera nei comparti edile e dei laterizi, sono pressoché insignificanti. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, è sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità; è presente il servizio bancario. Non vi sono strutture sociali, sportive e per il tempo libero degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire della biblioteca comunale per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; c’è la Pro Loco. A livello sanitario sono assicurati il servizio farmaceutico e le prestazioni fornite da un poliambulatorio.

Relazioni

Località di villeggiatura, registra un significativo movimento di turisti, cui offre la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni. Specialità gastronomiche locali sono: la pasta casareccia, le carni e le scamorze alla brace, l’agnello con le patate e i dolci con il miele o il vino cotto. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta ogni giorno a raggiungere le aree maggiormente sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario sono piuttosto intensi; a essi la popolazione si rivolge anche per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti localmente. Tra le manifestazioni tradizionali meritano di essere citate: la festa dei fuochi (accompagnata dalla sagra del pancotto e del pane unto), che si svolge a gennaio, in onore di Sant’Antonio, con l’accensione per le vie del borgo di grossi falò, attorno ai quali si raduna la gente; la festa della Madonna dell’Incoronata, la prima domenica di maggio; la fiera dell’artigianato e dei prodotti tipici del Sub-Appennino dauno, l’ultima domenica di giugno; la fiera di Sant’Antonio, il 6 luglio; la giornata dell’emigrante, l’ultima decade di luglio; la fiera di San Modestino, il 7 settembre, e quelle della Madonna della Consolazione e di San Rocco, a ottobre. Il mercato settimanale ha luogo il sabato. La festa del Patrono, San Filippo Neri, viene celebrata il 26 maggio: si commemora l’intervento del Santo in aiuto dei rosetani in un periodo di siccità e carestia.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Roseto Valfortore rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 1.074
  • Lat 41° 22' 17,82'' 41.37161667
  • Long 15° 5' 46,56'' 15.09626667
  • CAP 71039
  • Prefisso 0881
  • Codice ISTAT 071044
  • Codice Catasto H568
  • Altitudine slm 658 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2258
  • Superficie 49.71 Km2
  • Densità 21,61 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 04:44
  • Tramonto 19:07
Contatti
ODV
NomeIndirizzo
A.V.I.S. SEZIONE COMUNALE DI ROSETO VALFORTOREPIAZZA SANT ANTONIO 11
ASSOCIAZIONE CULTURALE DAUNIA@SANNIOV GIANBATTISTA D'AVANZO 65/A INT 6
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